Luca Signorelli (Cortona, Arezzo, metà del secolo XV - 1523) Allievo di Piero della Francesca, attivo fin dal 1470,
dipinse con molta probabilità tra le sue prime opere le Madonne del museo di
Boston, della Christ Church Library di Oxford e della collezione Villamarina
di Roma. Di poco successivi (1474) sono l'affresco della Torre del Vescovo di
Città di Castello, l'Annunciazione di S. Francesco d'Arezzo e la Madonna del
latte e la Flagellazione di Brera, opere che già in parte rivelano la
conoscenza del Pollaiolo e di Filippo Lippi. Di grande importanza sono anche
gli affreschi della sacrestia della Cura (Loreto), Conversione di Saul, e
quelli della cappella Sistina (Roma), Testamento e morte di Mosè, dove forse
ebbe come collaboratori il Perugino e Bartolomeo de la Gatta. Opere
successive di maggior interesse: la pala del duomo di Perugia (1484), il
ritratto d'uomo e L'Educazione di Pan del museo di Berlino, la Sacra Famiglia
degli Uffizi, l'Annunciazione di Volterra (1491), la Circoncisione della
National Gallery di Londra; la Visitazione di Berlino, la Madonna di Monaco,
la pala di San Cristoforo, già a Siena (1498). In quest'epoca l'artista, che
nel 1497 si era dedicato agli affreschi con le Storie di san Benedetto nel
chiostro di Monteoliveto Maggiore, iniziò la sua opera più famosa, la
decorazione della cappella di S. Brizio nel duomo di Orvieto (1499-1503) con
le splendide scene, dal tono realisticamente tragico, del Paradiso,
dell'Inferno, del Finimondo e delle Storie dell'Anticristo. Accanto a questo
ciclo pittorico, che riassume concetti drammatici di umanità già presenti
nelle sue precedenti opere, sono da ricordare i maggiori dipinti dell'ultimo
ventennio: la Deposizione di Cortona, la Crocifissione degli Uffizi, gli
affreschi di San Crescentino a Morra (1507), con la robusta Flagellazione, la
pala di Brera del 1508, che mostra evidenti contatti raffaelleschi, la
Comunione degli Apostoli di Cortona, il Cristo sorretto dagli Angeli in San
Girolamo in Cortona, la Deposizione della Croce di Umbertide e infine, del
1519-1520, la pala della pinacoteca di Arezzo. In questi ultimi dipinti è
evidente in parte l'apporto dei numerosi aiuti della sua fiorente bottega.
Tra questi sono particolarmente da ricordare Bartolomeo de la Gatta, Tommaso
Barnabei detto il Papacello, ma soprattutto Michelangelo Buonarroti. |