Raffaello Sanzio
Di questi primi anni, salvo alcune
non sempre accettabili attribuzioni, sono da ricordare il Sogno del cavaliere
a Londra, lo stendardo di città di Castello, la tavola andata perduta con
l'Incoronazione di S. Nicolò da Tolentino, la Resurrezione del museo di S.
Paolo, e, verso il 1503, la Incoronazione della Vergine della Vaticana e la
Crocifissione della National Gallery. Primo
esempio grandioso di questa concezione costruttiva è lo Sposalizio della
Vergine di Brera (1504) nel quale il valore coloristico e compositivo
dell'architettura di fondo denota la mano di un artista già profondamente
capace. Nel 1505 il
giovane pittore si reca per un breve periodo a Firenze dove esegue il S.
Michele e i S. Giorgio del Louvre e di Washington, poi si trasferisce a
Perugia dove dipinge la Pala Morgan, la Madonna degli Ansidei (National
Gallery), l'affresco della Trinità per la chiesa di S. Severo, tutte opere
che denotano i contatti con l'arte di fra Bartolomeo. Dell'epoca
successiva, dopo il suo ritorno a Firenze, sono la Muta di Urbino (che
richiama lo stile leonardesco) e le numerose Madonne, la Terranova di
Berlino, quella del Granduca del Pitti, la Cowper di Filadelfia, la Niccolini
di Washington, la Colonna di Berlino, l'Orléans di Chantilly, Tempi di
Monaco, accanto alle altre figurazioni sacre, alle Madonne con il Bambino e
S. Giovannino quali quelle del "Belvedere" di Vienna, del
Cardellino degli Uffizi, la Bella Giardiniera del Louvre, la Sacra famiglia
dell'Agnello del Prado, quella di Casa Canigiani di Monaco. Qui gli
venne affidato l'incarico di affrescare alcune pareti della Stanza della
Segnatura. Sul soffitto dipinge in tondi ed in scomparti rettangolari
alternati la Teologia, il Peccato originale, la Giustizia, Il giudizio di
Salomone, la Filosofia, la Contemplazione dell'Universo, la Poesia, Apollo e
Marsia. Al di sotto
di queste, intercalate da scene minori, sono nelle lunette le figure delle
Virtù e il Parnaso e, sulle pareti, gli stupendi affreschi della Disputa del
Sacramento e della Scuola di Atene e le più piccole composizioni con
Giustiniano che porge a Triboniano le Pandette e Gregorio IX che promulga i
Decretali. E' evidente
invece la mano degli aiuti nel meno interessante Incontro di papa Leone e
Attila. Infine, dal 1514 al 1517, esegue la Terza Stanza, con gli affreschi
dell'Incendio di Borgo, della Battaglia d'Ostia e dell'Incoronazione di Carlo
Magno, opere di minor risultato pittorico in quanto rivelano disorganicità in
modo da giustificare, con questa decadenza del pur giovane artista, l'inizio
di quei motivi accademici che snatureranno la rigogliosa bellezza del
Rinascimento italiano. Ricordiamo
le Madonne del Diadema (Louvre), d'Alba (Washington), di Foligno (Vaticana),
della Tenda (Monaco), del Pesce (Prado), di Bindo Altoviti (Washington), di
Baldassar Castiglione (Louvre), della creduta Fornarina (Galleria Borghese),
di Leone X (Pitti), l'affresco di Galatea e le Storie di Psiche nella villa
della Farnesina, la decorazione delle Logge Vaticane, la S. Cecilia di
Bologna, le Sibille in S. Maria della Pace, la Visione di Ezechiele (Uffizi),
S. Giovanni Battista nel deserto (Louvre), la Sacra Famiglia detta di
Francesco I (Louvre) e infine l'immensa tavola della Trasfigurazione
(Vaticana), iniziata nel 1517, rimasta interrotta dalla morte dell'artista e
quindi portata a termine da Giulio Romano e da Gian Francesco Penni, gli
allievi maggiori la cui mano era del resto ormai largamente presente in tutti
gli affreschi e nelle ultime opere del periodo romano quasi a testimonianza
dell'immenso lavoro gravante sulle spalle dell'artista prediletto dalla corte
papale. L'interesse
per la grande produzione pittorica raffaellesca non deve far dimenticare
l'attività di Raffaello come architetto. In questo
campo richiama inevitabilmente lo stile del Bramante mantenendo anche in
architettura quella sovrana armonia compositiva che è presente nella maggior
parte delle sue opere pittoriche. Tra le sue
opere architettoniche, interessanti per le pratiche soluzioni di ricerca
spaziale, sono da ricordare a Roma la cappella Chigi in S. Maria del Popolo
ed a Firenze il palazzo Pandolfini. |
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