Figlio di Antonio, un imballatore del porto, dilettante e appassionato di
musica, ricevette i primi rudimentali insegnamenti dal padre; passò poi a studiare
con Giovanni Servetto, Giacomo Costa e infine a Parma con Alessandro Rolla,
celebrato violinista e compositore. Dotato di una natura indipendente ed
eminentemente artistica, fece molto da sé, superando ben presto i suoi
insegnanti. Esordì a 12 anni eseguendo delle variazioni da lui composte
sull'aria francese La Carmagnole; la sua carriera concertistica, che doveva
durare trent'anni, iniziò nel 1798. Condusse una vita avventurosa e
sregolata, tra vizi e, spesso, seri imbarazzi finanziari. Col suo celebre
Guarniéri (un magnifico strumento dal quale non si separò mai e che ora è
conservato nel palazzo municipale di Genova). Diede concerti in molte città
della Toscana (era a Lucca violinista e maestro alla corte del principe
Baciocchi), nei maggiori teatri d'Italia, conseguendo in seguito strepitosi
successi in Austria, Germania, Inghilterra, Francia. Ovunque suscitò un vero
delirio di pubblico per la tecnica eccezionale e l'originale tempra di
artista. Aveva aspetto alquanto spettrale ed atteggiamenti demoniaci, attorno
ai quali sorsero molte leggende (la critica ha ormai fatto giustizia dei
molti aneddoti fantastici innestati nella biografia di Paganini). Si dedicò
per qualche anno alla chitarra, dove pure eccelse straordinariamente, e
sempre moltissimo alla composizione; noti i 24 Capricci per violino solo, in
forma di studi, i Concerti in mi bemolle e in si minore (La Campanella), le
Variazioni per violino e pianoforte (Le Streghe, Carnevale a Venezia, Mosè,
sull IV corda), meno noti i 6 Quartetti e le 12 Sonate. Per quanto come
compositore sia interessante per certa novità nelle idee, per la frase agile
e snodata, per l'eleganza delle forme, per ricchezza e profondità delle
armonie, la sua fama resta legata soprattutto alla tecnica violinistica, non
solo dell'esecutore virtuoso, ma del creatore virtuoso, che portò al culmine
la tecnica di questo strumento, influendo con il suo trascendentalismo sui
contemporanei, anche non violinisti (da Berlioz a Chopin, a Liszt): arpeggi,
scale, trilli, bicordi, tricordi, quadricordi, seste, decime, sbalorditivi
effetti di suoni armonici si trovano disseminati nelle sue opere, ed erano da
lui eseguiti in tutte le posizioni con una facilità prodigiosa. Ai pregi di
una tecnica per altri inarrivabile accoppiava una sempre correttissima
esecuzione, una squisita sensibilità nervosa e un grande sentimento musicale.
Logorato da una vita troppo intensa, e colpito da una terribile tisi
tracheale, si ritirò nel 1839 sulla Costa Azzurra in cerca di climi più
dolci. Per cinque anni la Chiesa non permise che il suo corpo riposasse in
terra consacrata. Finalmente potè trovare sepoltura, prima nella Chiesa della
Steccata a Parma e in seguito (1876) in quel cimitero.
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