Sandro Botticelli
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Sandro Filipepi nasce a Firenze nel 1445, quarto
figlio di Alessandro Mariano Filipepi, conciatore di pelli. Sandro entra nella bottega di Antonio del
Pollaiolo, pittore, orafo e scultore, dal quale assimila il ductus
elegante, che sarà una discriminante stilistica nella sua opera. Alla data del 1470, Sandro possiede una sua
bottega. Un lustro dopo dipinge il ritratto (National Gallery di
Washington) di Giuliano de’ Medici, fratello di Lorenzo. Nel 1478 ca.,
Sandro, ormai nelle grazie della famiglia Medici, dipinge la enigmatica
"Primavera" (Uffizi, Firenze). Il committente del quadro è Lorenzo
di Pierfrancesco de’ Medici, un ragazzo tormentato e nevrotico. Ll’immagine
della "Primavera" – come "La Nascita di Venere" – è
collocata all’interno della Villa di Castello in cui vive Lorenzino. In
questo dipinto alcuni storici delle immagini hanno desunto l’iconografia
della cultura fiorentina coeva a Botticelli. Agnolo Poliziano, poeta e
precettore dei figli di Lorenzo de’ Medici (fra cui Giovanni, futuro Papa
Clemente X), con le sue liriche cortesi, in cui il vento stuzzica Ninfe in
arcadici boschi, appare come referente testuale per le mitologie
botticelliane. E' il neoplatonismo fiorentino, animato da Pico della
Mirandola e da Marsilio Ficino, il quale scrive in questo periodo la
"Consonantia Mosis et Platonis": un ideale convergenza di
platonismo e cristianesimo. L’intero quadro botticelliano sarebbe il formato
visivo del concetto ficiniano: le tre Grazie sono la Trinità, Flora, la
Vergine e Mercurio proprio colui che miscela gli elementi, platonici e
cristiani. Il
quadro, al
pari di un amuleto taumaturgico che assume in se la benefica energia astrale
per rifletterla su chi si specchia in esso, sarebbe un "amuleto"
pronto a temperare il carattere sanguigno di Lorenzino. Nel 1481 Sandro viene
chiamato alla romana Fabbrica di San Pietro. Nella Cappella Sistina dipinge
tre grandi affreschi, potenti e moderni, per esecuzione stilistica e tonalità
cromatica: "Il Giovane Mosé"; "La Punizione dei Figli di
Corah" e "La Tentazione di Cristo". Intanto la Pittura di
Sandro diviene scarna, essenziale. II pittore elimina i brani decorativi, i
dettagli desunti dalla pittura fiamminga, le lussureggianti nature morte, per
lampeggiare con colori vibranti e una composizione che evoca la Pittura
medievale, con la prospettiva volutamente ignorata o ribaltata, come nella
estrema e sublime "Natività Mistica" della National Gallery di
Londra dove gli angeli, in primo piano, non lodano la nascita del Salvatore,
ma si consolano con deliqui dolorosi per la perdizione mondana che li circonda. Su questi
concetti – e cioé un ritorno al pauperismo e una riforma morale della Chiesa
– si poggia il Credo declamato dal monaco Girolamo Savonarola, cui l’ultimo
Botticelli sembra essere pendant visivo. Un sogno breve e atroce: Girolamo,
nel 1498, viene arso vivo, come eretico, a Firenze. Nel 1492 è morto anche
Lorenzo de 'Medici. Nel 1505 Sandro realizza la "Crocifissione
Mistica", forse un tributo ermetico al monaco, forse un lascito pieno di
disillusa fiducia verso la Chiesa, il mondo, se stesso. Sandro Botticelli muore, all’età di 65 anni, nella
sua Firenze, nel 1510, infermo e povero. |
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