Fu ammesso a tredici nello studio di Rubens, del quale fu il maggior allievo.
Dopo aver dipinto diverse tele su schizzi del maestro, segnalandosi in tal
modo per le sue capacità, andò (1620) a Londra dove eseguì diversi ritratti.
L'anno successivo fu in Italia, prima a Genova, in seguito a Roma e Venezia
e, dopo un brevissimo ritorno ad Anversa per la morte del padre, ancora in
diverse città italiane, dove lasciò specialmente ritratti. Nel 1625 tornò in
patria dove ricevette numerosi incarichi per soggetti religiosi, quali il
Cristo in croce del museo di Anversa, il Martirio di S. Sebastiano di Monaco,
Il matrimonio mistico di S. Rosalia di Vienna, il Calvario di Gand, la
Natività di Termonde, nonché soggetti mitologici e ritratti. In seguito ai
continui inviti del conte di Arundel, che già precedentemente lo aveva fatto
venire in Inghilterra, il pittore nel 1632 si stabilì definitivamente nella
capitale inglese. Del suo periodo londinese rimangono ben 350 ritratti
commissionatigli da tutta la nobiltà inglese, ma specialmente dal re Carlo I,
che lo nominò suo pittore ufficiale. L'attività frenetica logorava la sua
salute, che non sapeva rinunciare al lusso e ai piaceri ai quali la vita
facile e l'ammirazione del pubblico lo avevano abituato. Il suo lavoro
divenne in questi ultimi anni sempre più intenso, solo il matrimonio con Mary
Ruthven, nel 1640, parve almeno interrompere la sua attività eccessivamente
galante. Con la moglie iniziò allora un viaggio che avrebbe dovuto essere per
lui di riposo, ma dopo essere stato ad Anversa e Parigi fu costretto a
ritornare rapidamente in Inghilterra dove morì pochi giorni dopo la nascita
della figlia Justiniana. Grande artista, vicino nelle opere a soggetto alla
pittura di Rubens, da lui resa ancor più essenziale pur nella fiamminga
ricchezza dei toni, va però soprattutto ricordato per la sua attività di
ritrattista, per l'influenza che tale sua opera ebbe in Inghilterra nella
formazione della sensibilità per tale particolare soggetto d'arte.
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